Il Museo Archeologico di Gela è un edificio realizzato negli anni Cinquanta, limitrofo all’area dell’acropoli della città greca.
Il Museo venne riaperto, nel 1984, con un nuovo allestimento dopo la realizzazione di lavori di ampliamento per l’incremento dei materiali da esporre.
Sono presenti reperti ceramici, bronzei e numismatici che illustrano la storia di Gela antica e del territorio ad essa connesso, dall’età preistorica all’età medievale.
L’ordinamento del Museo è di tipo cronologico e si articola in otto grandi sezioni, nelle quali l’esposizione è associata a materiale didattico e didascalico ed espone circa 4200 reperti.
L’esposizione dei reperti archeologici è ripartita in due piani; nel pianoterra, si trovano i reperti d’epoca protostorica venuti alla luce nel territorio urbano di Gela, nonché quelli d’epoca greca dell’Acropoli, della Nave Greca, dell’Emporio di Bosco Littorio e di Caposoprano. Sempre a pianoterra, inoltre, si trova la collezione Navarra, la collezione Nocera ed una numerosa serie di reperti delle necropoli arcaiche del Borgo.
La collezione Navarra è stata acquistata negli anni Cinquanta dal museo e comprende un cospicuo numero di vasi corinzi ed attici a figure nere e a figure rosse, provenienti dagli scavi clandestini delle necropoli, raccolti alla fine dell’Ottocento dal barone Giuseppe Navarra. Tra i vasi attici a figure nere (fine VI, inizi V sec. a.C.) si ritrovano opere attribuite al Pittore di Gela e al Pittore di Eucharides, e molte lekythoi della “classe di Phanillys”. Tra i vasi attici a figure rosse (prima metà del V sec. a.C.) sono esposti quelli del Pittore di Edimburgo, del Pittore di Boreas, del Pittore della Phiale di Boston, del Pittore dei Porci, del Pittore di Berlino e del Pittore di Brygos. Si tratta di opere di grandi decoratori di oggetti in terracotta giunte a Gela con navi mercantili; il relitto di una di queste imbarcazioni è stato ritrovato di fronte alla costa ed ha consentito di ricavare dati fondamentali per lo studio dell’architettura navale antica e dei traffici commerciali che l’antica colonia intratteneva con le altre città della Grecia.
Nel piano superiore sono esposti i reperti provenienti dai santuari extraurbani e dai centri d’età protostorica, greca e romana dell’entroterra gelese; inoltre, vi sono diverse vetrine contenenti materiali ceramici, vetri e bronzi del periodo medievale della città. Recentemente è stata allestita l’esposizione del monetiere costituito da più di 2000 monete che vanno dal V sec. a.C. a Vittorio Emanuele II; la collezione monetale comprende anche il “Tesoro di Gela”, dove si trovano monete greche d’argento, rinvenute nel 1956, riferite alle zecche di Gela, Agrigento, Siracusa, Zancle (l’odierna Messina), Reggio, Acanto ed Atene.
Si possono ammirare, pertanto, anche gli altari di terracotta ritrovati nel dicembre del 1999 nell’area archeologica di Bosco Littorio e un elmo corinzio del VI-V sec. a.C. ritrovato nei fondali del mare di Gela da due subacquei, i Sigg. Francesco Biundo e il figlio Andrea, e donato dagli stessi al Museo (Fonte: Nuccio Mulè).
È visitabile in ora solare da lunedì a sabato, dalle ore 9,00 alle ore 19,00 con ultimo ingresso alle ore 18,30 ed è chiuso i festivi, tranne la prima domenica di ogni mese, con ingresso libero.
L’ingresso è a pagamento con un biglietto singolo intero di 4,00 € o un biglietto singolo ridotto di 2,00 €.
http://www.gelacittadimare.it/museo.html Fonte: Nuccio Mulè