La “Statio Philosophiana”


A circa 6 km a sud della villa romana del Casale si trovano gli scavi di “Sofiana” o “Philosophiana” che costituiva un importante anello di congiunzione con la Villa Romana del Casale.
La contrada Sofiana o Philosophiana si trova in territorio di Mazzarino ed è ubicata su una spianata di circa 8 ettari a forma di triangolo. La contrada prossima al fiume Nociara – Gela, che scorre nella vallata in basso, è circondata da una corona di colline che comprende Monte Navone, Monte Alzacuda, Monte Salteria, Monte Formaggio e Monte Finocchio.

Era una zona molto ricca di fonti d’acqua di cui una, era particolarmente importante  in passato perché, scendendo dal Monte Alzacuda, portava l’acqua nella zona delle terme. Si tratta di resti di antichi insediamenti umani abitati per un periodo che inizia dall’VIII – VII sec. a.C., che attraversa l’epoca greco-romana e bizantina, arrivando fino all’epoca Normanna.

“Philosophiana” era un centro fortificato situato lungo il percorso della strada interna siciliana che portava da Catania ad Agrigento e serviva da posto di sosta e ristoro per i pellegrini che compivano il viaggio lungo gli “itinerari Antoniani” istituiti da Papa Antonino Pio. Si trattava di un luogo sicuramente alla portata solo dei pellegrini più ricchi,alla presenza delle lussuose terme.

La storia degli scavi archeologici comincia intorno agli anni ’50, con la segnalazione di contadini del luogo che, avendo rinvenuto una grande quantità di ruderi (frammenti di mattoni, di tegole, di vasi etc), chiamarono la zona “Pitrusa”. Tale nome identifica solo la zona archeologica, mentre Sofiana riguarda tutta la contrada. Esse hanno consentito di portare allo scoperto resti di un insediamento antico che, partendo dall’epoca romana imperiale, arriva fino a quella federiciana per la durata di circa 1.300 anni. Gli scavi finora portati a termine hanno interessato la parte centrale dell’abitato, riportando alla luce uno stabilimento termale, la cui datazione è collocata tra il I e il IV sec. d.C., periodo in cui sorse un agglomerato urbano abitato fino all’epoca di Federico II. Nel “Calidarium” fu stabilita in seguito la sede di una piccola basilica cristiana con due absidi e un battistero, databile intorno alla fine del V sec. d.C. Inoltre sono stati trovati, negli strati più profondi della necropoli romano-bizantina, frammenti di vasi di epoca castellucciana, oltre a innumerevoli oggetti di vita quotidiana come piatti, bicchieri, vasi etc. risalenti all’età del bronzo in Sicilia. L’insediamento romano di Sophiana, scavato tra il 1986 e il 1990, mostra una continuità di vita dall’età proto – imperiale al III secolo d.C., sul finire del quale subì una violenta distruzione. In questa fase l’abitato, difeso da una cinta muraria, presentava una struttura urbanistica regolare con isolati modulari, divisi da strade basolate lungo le quali si attestavano e di un complesso termale e una “domus” gentilizia.

Durante il IV secolo d.C., nell’età di Costantino, il sito venne ricompreso all’interno di un enorme latifondo, esteso per oltre 1500 ettari a Est della foce del fiume Gela, e identificabile, in base al rinvenimento di numerosi bolli laterizi con iscrizioni “phil soph”.  Il proprietario dell’immensa estensione, doveva certamente essere un illustre esponente dell’aristocrazia senatoria romana, che proprio per ragioni politiche e fondiarie si era trasferito in Sicilia, ponendo con ogni probabilità la propria residenza nella fastosa e ben nota Villa del Casale, sita a pochi chilometri dall’odierna Piazza Armerina. La Villa del Casale riveste, all’interno del latifondo, la funzione di “pars dominica” (dimora ufficiale del proprietario), mentre l’insediamento di Sophiana spetta il ruolo di probabile centro di svolgimento di attività produttive e commerciali, oltre la di stazione di sosta lungo la via Catania-Agrigento per viaggiatori alla ricerca di un riparo per la notte e di un cambio per i cavalli. Da qui nasce il termine “Statio Philosophiana”, presente nella redazione costantiniana dell’Itinerarium Antonini. Le numerose incisioni rinvenute tra le necropoli e l’abitato mostrano che in età tardo-antica gli abitanti del complesso adoperavano la lingua greca e professavano il cristianesimo anche se era presente nel sito una piccola comunità ebraica. A partire dalla fine del IV secolo, l’aggiunta di nuove strutture  di varia destinazione, specie al di sopra e a ridosso delle terme, denota una ripresa dell’insediamento che rimase vitale fino a circa metà dell’VIII secolo d.C. Il declino sopraggiunse con la conquista musulmana, anche se residue strutture murarie insieme ad altri reperti mobili  ne attestano una modesta sopravvivenza in età federiciana.

Il sito, allo stato attuale delle ricerche, si articola principalmente in tre zone che appartengono a tre epoche diverse:
– La zona della domus: risalente all’epoca proto-imperiale, costituita dai resti di una abitazione signorile, da alcune botteghe, un thermopolium (osteria) e dal tracciato di due strade, di cui una in ottimo stato di conservazione per un breve tratto;
– La zona delle terme: risale alla stessa epoca in cui venne costruita la Villa Romana del Casale e dove in epoche successive vennero realizzate strutture con diversa funzione. Il Complesso Termale situato a Nord Est dell’abitato è costituito da una ventina di ambienti, alcuni dei quali pavimentati a mosaico. Numerose furono le aggiunte e le trasformazioni che il complesso subì nel corso del tempo, ospitando anche un piccolo edificio di culto cristiano sul finire del IV secolo oltre alle tre piccole fornaci bizantine per la produzione di coppi e ceramiche nel VI;
– La zona della Basilica e l’annessa Necropoli: posta su una collinetta a Sud Ovest dell’abitato, essa è il prodotto di quattro diverse fasi costruttive, ben scandite dalle diverse tecniche murarie adoperate per la loro realizzazione. L’aspetto attuale della basilica è quello di una chiesa cristiana a tre navate, preceduta da un nartece (o vestibolo) e conclusa da un abside semicircolare. Il nucleo più antico era una cella sepolcrale rettangolare dotata di abside, databile al IV secolo, e probabilmente ispirata al tipo architettonico delle memoriae marthyrum, certo adibita per la sepoltura di un personaggio religioso importante. Al VII secolo  risale l’aggiunta delle due navate laterali che inglobarono sia la cripta che due tombe preesistenti, mentre ad età medievale risale la costruzione del narcete.

Le Necropoli:
– La Necropoli Nord: posta a Nord dell’abitato, rappresenta la più antica area cimiteriale di Sophiana, databile tra il II e il III sec. d.C, antecedente la distruzione di fine secolo. Il rituale prevalente prevedeva deposizioni singole entro fosse con accompagnamento di vasi per bere, piatti, monete, lucerne in ceramica sigillata, molte delle quali con iscrizioni relative alle rispettive officine di produzione localizzabili in Sicilia, in Africa , in Campania.
– Le Necropoli Ovest ed Est: altre due aree funerarie sono state esplorate rispettivamente ad Ovest e a Est di Sophiana nel periodo compreso tra il 1954 e il 1961. Una ripresa delle indagini ha recentemente interessato la necropoli Est negli anni 1993- 1995. Si tratta  per lo più di tombe a fossa rettangolare con rivestimenti vari di lastrine in pietra o con pareti intonacate in muratura. Sono molte le sepolture di bambini e neonati per i quali venivano seppelliti entro anfore o piccoli vasi (rituale già noto nell’età arcaica).

Come raggiungerla: bisogna prendere l’Uscita Sud di Piazza Armerina, percorrere la SS 117 bis fino al bivio di Mazzarino, a mt 900 imbocco della S.P. Colla, ad 8 Km circa si trova il sito segnalato da una tabella gialla che porta la scritta “Statio Philosophiana Itinerarium Antonini”.
Il sito archeologico è recintato e chiuso; per visitarlo occorre l’autorizzazione della Soprintendenza di Caltanissetta.

Link utili:

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database/page_musei/pagina_musei.asp?ID=165&IdSito=129

http://www.siciliasud.it/luoghi-philosophiana

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