Le piante non sono distribuite casualmente sulla terraferma, ma ognuna vive entro un determinato intervallo di variazione dei fattori ambientali (climatici, geografici, chimici e biotici). Una pianta, dunque, scompare in un determinato territorio se i fattori ambientali non sono più compatibili alle sue esigenze ecologiche. La presenza/assenza di specie, quindi, rappresentano un importante indicatore biologico, utile per classificare e comprendere le comunità vegetali, ovvero il complesso di piante che cresce in una data stazione in un ambiente fisico e chimico ben determinato.
Non a caso, la Direttiva Habitat 92/43/CEE fa riferimento proprio alla classificazione fitosociologica per definire gli habitat da salvaguardare a livello comunitario.
Di seguito sono riportati alcuni degli habitat di interesse comunitario presenti nel Golfo di Gela
53: Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
Sotto-tipo 32.23 – Garighe dominate da Ampelodesmos mauritanicus (Sughereta di Niscemi)
L’ampelodesmo, o tagliamani, è una grande graminacea che forma cespi molto densi di foglie lunghe fino a un metro. Questa specie ha un areale di tipo mediterraneo-occidentale. Per quanto riguarda l’Italia, la specie è maggiormente diffusa sul versante tirrenico della penisola, dalla Liguria alla Calabria aumentando progressivamente la sua abbondanza e diffusione. Ampelodesmos mauritanicus è presente anche in Sardegna ed in Sicilia, dove è estremamente diffusa ad eccezione dell’area etnea.
Grazie alla rapidità di ripresa dopo il fuoco, la diffusione di questa specie è molto ampia; essa costituisce infatti praterie secondarie che sostituiscono diverse tipologie vegetazionali laddove gli incendi siano molto frequenti.
L’ampelodesmo è infatti una specie indifferente al substrato ma predilige suoli compatti, poco areati, ricchi in argilla e generalmente profondi, infatti si insedia su pendii rocciosi anche scoscesi ma dove siano presenti accumuli di suolo, come ad esempio nei terrazzamenti abbandonati.
La fisionomia dell’habitat è quella di una prateria alta e piuttosto discontinua, dove l’ampelodesmo è accompagnato da camefite o arbusti sempreverdi della macchia mediterranea, da diverse lianose come lo Smilace Smilax aspera e il Tamaro Tamus communis e da numerose specie annuali.
Nelle cenosi del sottotipo 32.23 accompagnano l’ampelodesmo numerose specie della macchia mediterranea (Pistacia lentiscus, Myrtus communis e Asparagus acutifolius) e diverse nanofanerofite come il Cisto bianco Cistus salvifolius e il Cisto marino Cistus monspeliensis.
Le comunità a Palma nana Chamaerops humilis sono caratterizzate dalla co-dominanza con diverse specie della macchia mediterranea.
93: Foreste sclerofille mediterranee
9330: Foreste di Quercus suber
L’habitat comprende boscaglie e boschi caratterizzati dalla dominanza o comunque da una significativa presenza della Quercia da sughero Quercus suber, differenziati rispetto alle leccete da una minore copertura arborea che lascia ampio spazio a specie erbacee e arbustive.
L’habitat è di alta qualità e di scarsa vulnerabilità, dovuta essenzialmente al pascolo eccessivo e ad una gestione forestale che, se assente o mal condotta, potrebbe portare all’invasione di specie della lecceta con perdita delle specie eliofile, tipiche dei vari stadi nei quali è presente la sughera.
62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli
6220*: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Sono praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, con l’esclusione delle praterie ad Ampelodesmos mauritanicus che vanno riferite all’Habitat 5330 (“Arbusteti termo-mediterranei e pre-steppici”, sottotipo 32.23). Esse ospitano piante annuali come il Paleo annuale Brachypodium distachyum, la Costolina annuale Hypochaeris achyrophorus, Stipa capensis, Tuberaria guttata, Briza maxima, Trifolium cherleri, Linum strictum, Ononis ornithopodioides, Coronilla scorpioides, Lotus ornithopodioides e Polygala monspeliaca, con distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell’Italia peninsulare e delle isole, occasionalmente rinvenibili nei territori interni in corrispondenza di condizioni del suolo e microclimatiche particolari.
Per quanto riguarda gli aspetti perenni, possono svolgere il ruolo di dominanti lo Sparzio Lygeum spartum, il Barboncino mediterraneo Hyparrenia hirta, accompagnate da Bituminaria bituminosa e Convolvulus althaeoides.
Quando le condizioni ambientali favoriscono i processi di sviluppo sia del suolo che della vegetazione, in assenza di perturbazioni, le comunità riferibili all’Habitat 6220* possono essere invase da specie perenni arbustive legnose che tendono a soppiantare la vegetazione erbacea, dando luogo a successioni verso cenosi perenni più evolute.
11: Acque marine e ambienti a marea
1110: Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
Si tratta di barene sabbiose sommerse in genere circondate da acque più profonde che possono comprendere anche sedimenti di granulometria più fine (fanghi) o più grossolana (ghiaie).
Questo habitat è molto eterogeneo e può essere articolato in relazione alla granulometria dei sedimenti e alla presenza o meno di fanerogame marine e nel Mar Mediterraneo comprende tutti i substrati mobili più o meno sabbiosi dell’infralitorale.
Nel litorale costiero del Golfo di Gela è presente la Variante IV – Banchi o fondali di sabbia permanentemente sommersi da acque marine con vegetazione del Zosterion marinae, con vegetazione rizofitica monospecifica di Cymodocea nodosa, talora associata con altre fanerogame marine o con alghe. Si localizza su sabbie con prevalenza di elementi fini.
92: Foreste mediterranee caducifoglie
92D0: Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)
Cespuglieti ripariali a struttura alto-arbustiva caratterizzati da tamerici (Tamarix gallica e Tamarix africana) e Oleandro Nerium oleander, localizzati lungo i corsi d’acqua a regime torrentizio o talora permanenti, ma con notevoli variazioni della portata e limitatamente ai terrazzi alluvionali inondati occasionalmente e asciutti per gran parte dell’anno. Sono presenti lungo i corsi d’acqua che scorrono in territori a bioclima mediterraneo particolarmente caldo e arido. La presenza in questo habitat di specie esotiche quali il Ricino Ricinus communis e il Tabacco azzurro Nicotiana glauca è significativa nei tratti dei corsi d’acqua dove questo habitat è soggetto a forte disturbo antropico.
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2210: Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)
Si tratta di vegetazione camefitica e suffruticosa rappresentata dalle garighe primarie che si sviluppano sul versante interno delle dune mobili con sabbie più stabili e compatte.
In Italia l’habitat è molto localizzato ed in regressione, probabilmente a causa dell’erosione costiera che diminuisce la possibilità di evoluzione dunale, riducendo la presenza di siti idonei a questo tipo di habitat che necessita di dune stabili e ben sviluppate. Anche lo sfruttamento turistico delle coste incide negativamente sull’habitat. Questo habitat è presente solo nella Regione Biogeografica Mediterranea.
Si tende ad identificare l’habitat con la presenza di Crucianella maritima, ma l’assenza di questa specie non esclude di per se la presenza dell’habitat, costituito dalla presenza di Pancratium maritimum, Seseli tortuosum e Helichrysum stoechas.
22: Dune marittime delle coste mediterranee
2230: Dune con prati dei Malcolmietalia
Vegetazione prevalentemente annuale, a prevalente fenologia tardo-invernale primaverile dei substrati sabbiosi, da debolmente a fortemente nitrofila, situata nelle radure della vegetazione perenne appartenenti alle classi Ammophiletea ed Helichryso-Crucianelletea. Risente dell’evoluzione del sistema dunale in rapporto all’azione dei venti e al passaggio degli animali e delle persone. L’habitat è distribuito sulle coste sabbiose con macrobioclima sia mediterraneo sia temperato. In Italia è diffuso con diverse associazioni, individuate lungo tutte le coste.
Tra le specie che caratterizzano questo habitat ricordiamo: Maresia nana, Evax astericiflora, E. pygmaea, Ononis variegata, Ononis diffusa, Pseudorlaya pumila, Leopoldia gussonei*, Hormuzakia aggregata, Medicago littoralis, Lagurus ovatus, Bromus gussonei, Chamaemelum mixtum, Vulpia membranacea, Alkanna tinctoria, Lupinus angustifolius, Aetheorhiza bulbosa.
Queste cenosi possono trovarsi a mosaico con diverse comunità della duna: occupano infatti gli spazi che si vengono a formare nell’ambito delle comunità perenni, dall’ammofileto dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (“dune bianche”)” al crucianelleto dell’habitat 2210 “Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae”). In seguito ad azioni di disturbo, sia naturali che di origine antropica, tendono a ricoprire superfici anche estese con specie aliene quali Carpobrotus edulis.
31: Acque stagnanti
3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition
Sono habitat lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche con vegetazione dulciacquicola idrofitica azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione.
La vegetazione idrofitica riferibile all’Habitat 3150 si sviluppa in specchi con acque ferme (anche in corpi idrici di estensione lineare, come canali e fossi inondati, purché con acque stagnanti) di dimensione variabile.
13: Paludi e pascoli inondati atlantici e continentali
1310: Vegetazione annua pioniera a Salicornia e altre specie delle zone fangose e sabbiose
Sono formazioni composte prevalentemente da specie vegetali annuali alofile (soprattutto Chenopodiaceae del genere Salicornia) che colonizzano distese fangose delle paludi salmastre, dando origine a praterie che possono occupare ampi spazi pianeggianti e inondati o svilupparsi nelle radure delle vegetazioni alofile perenni appartenenti ai generi Sarcocornia, Arthrocnemum. In Italia appartengono a questo habitat anche le cenosi mediterranee di ambienti di deposito presenti lungo le spiagge e ai margini delle paludi salmastre costituite da comunità alonitrofile di Suaeda, Atriplex e Salsola soda.
La vegetazione dell’habitat costituisce micro-mosaici e quindi entra in contatto catenale con la vegetazione delle falesie (1240 “Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici”) e talora anche con quella delle formazioni dunali riferite all’habitat 2110 “Dune mobili embrionali”.
14: Paludi e pascoli inondati mediterranei e termo-atlantici
1430: Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea)
Vegetazione arbustiva a nanofanerofite e camefite spesso succulente, appartenente alla classe Pegano-Salsoletea. Questo habitat si localizzata su suoli aridi, in genere salsi, in territori a bioclima mediterraneo particolarmente caldo e arido di tipo termo mediterraneo secco o semiarido.
Tra le specie riscontrate in questo habitat citiamo: Capparis ovata, Salsola oppositifolia, Suaeda vera (=S. fruticosa), Atriplex halimus, Artemisia arborescens, Moricandia arvensis e Anagyris foetida.
In particolari contesti edafici come le aree calanchive o le falesie del litorale assumono il significato di stadi durevoli.