Il Castello di Mazzarino è noto come “U cannuni”, con l’unica torre cilindrica, quasi “cannone”, che si erge verso il cielo; sorge su una lieve altura a 582,8 m s.l.m., in prossimità del centro storico, precisamente a nord-ovest ed è tanto vicino a questo da dare l’illusione di poterlo toccare, allungando la mano dallo spiazzale dell’Immacolata.
La data di origine del Castello è incerta, ma una cosa è certa che “Mazzarino e il suo Castello” furono acquistati da Stefano Branciforti fra il 1282 e il 1292 e da ciò si può dedurre che esisteva prima di questa data e serviva da residenza a Signori e a Conti di Mazzarino.
Nel 600 Carlo Maria Carafa Branciforti trasformò Mazzarino in un importante centro culturale attirando presso di sé intellettuali e artisti, ordinando la costruzione di chiese, facendo ingrandire e decorare sontuosamente il proprio palazzo.
Una leggenda del posto, infatti, narra che due potenti signori, uno di Mazzarino e l’altro di Garsiliato (due territori vicini fra loro), decidessero di fondare entrambi una città ai piedi del proprio castello e per far ciò pare si fossero affidati alla sorte delle armi; sorte che arrise al signore di Mazzarino che secondo la tradizione era proprio un Branciforti.
Sempre la leggenda narra che fu per tale motivo che il castello di Garsiliato venne raso al suolo e ancora oggi è possibile osservarne soltanto i suoi poveri, miseri ruderi.
Il Cannone rappresenta il monumento maggiormente rappresentativo, anche se oggi rimangono ben definite, soltanto la parete sud e in parte le cortine a nord ed ovest.
In origine il castello era costituito da quattro torri cilindriche, occidentali e orientali, all’interno delle quali si sviluppavano ambienti abitativi e di servizio, oltre a vari cortili interni.
Le torri occidentali, di dimensioni maggiori rispetto a quelle orientali, erano costituite da tre livelli collegati da scale in pietra ricavate all’interno delle stesse; l’ingresso avveniva tramite un’apertura a sesto acuto ubicata fra le due torri occidentali, della quale oggi restano poche tracce visibili.
La muraglia esterna, che circonda il “maniero”, era imponente e correva in lunghezza per ben 186 metri.
Con il restauro e la ristrutturazione del castello, nel XIV sec. e nel secolo successivo, si è operato un intervento di tipo conservativo per la salvaguardia delle strutture superstiti; lo scavo effettuato all’interno dell’area, delimitato dal perimetro murario, ha consentito la ricostruzione planimetrica di alcuni ambienti e l’individuazione di numerose cisterne interrate per la raccolta di aridi e liquidi.
Al fine di garantire la fruizione e, di conseguenza, la conservazione, all’esterno del “maniero”, nella parte a sud-est, è stato costruito un teatro che ha come scenario un vasto panorama sul quale l’occhio scivola fino all’Etna.
In questo teatro è stata girata anche una puntata della famosa serie TV, La Piovra e si sono esibite diverse compagnia teatrali, con spettacoli che hanno reso meno lunga l’estate e riscosso il consenso non solo dei Mazzarinesi, accorsi numerosi, ma anche di persone venute dai paesi limitrofi.
Per l’accesso al Castello, è stata rifatta la strada omonima, con pietre bianche di Comiso e pietra lavica di Catania.
Fonti
A.A.V., 2001 – LE PIAZZE, SPAZIO DI AGGREGAZIONE SOCIO-CULTURALE DEI PAESI COLLINARI CHE SI AFFACCIANO SULLA PIANA DI GELA: VALORIZZAZIONE DEGLI ASPETTI PRODUTTIVI, COMMERCIALI COMUNI, Niscemi.
OLIVERI F.S., PILATO A. & TURCHIO S., 2005 – MAZZARINO E IL SUO TERRITORIO, Assessorato regionale dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione, Palermo.